Giovane Imprenditore: Il futuro è oggi

Giovane Imprenditore: Il futuro è oggi

Nato con la camicia, figlio o figlia di papà. Un modo di dire, a volte un’etichetta per descrivere quel giovane imprenditore fortunato, che, grazie a quanto fatto dal genitore nella costruzione della propria azienda, entrandone a far parte, ne può trarre benefici e vantaggi. Al di là del fatto che generalizzare o peggio etichettare configuri una rappresentazione reale, tutti noi ambiremmo a essere fortunati. Ciò vale oggi e da sempre. Ma oggi sappiamo che è cambiato il mondo, in particolare il mondo dell’Impresa e dei loro attori. Credo sia inutile, in quanto ampiamente noto, descrivere cosa sia cambiato. Vorrei soffermarmi invece sul giovane “fortunato” che si trova o si troverà sulle spalle onori, ma anche oneri da gestire per guidare l’azienda prevalentemente familiare che caratterizza il nostro tessuto industriale.
Quel giovane, divenuto Imprenditore al comando, si fa per dire, alla guida dell’azienda, a quel giovane saranno richieste delle abilità necessarie a garantire il mantenimento dell’azienda o meglio la sua crescita, in quanto è risaputo che un’azienda che non cresce è destinata a morire. E allora, potrà contare sul percorso di studio che ha fatto, breve o ampio che sia, sulle sue attitudini, marcate o ancora inesplorate, sulle buone intenzioni della famiglia di inserirlo, sul contesto aziendale in generale che lo accoglierà, se lo accoglierà. Non vorrei dire che stiamo parlando di giovani allo sbaraglio, ma ciò che intendo dire che non possiamo fermarci a descriverli semplicemente come giovani fortunati. Avere fortuna è il sogno a cui tutti noi ambiamo, e “nun è peccato” direbbe Peppino di Capri, ma sperare non è sufficiente. La domanda diventa se è sufficiente quanto a oggi si è fatto. Tipo, avere realizzato un percorso di studio adeguato, ma chi lo ha adeguato, la scuola? E, se non fosse sufficiente, ci sono i Master. Oltre che costosi, senz’altro utili, almeno si spera, ma caratterizzati il più delle volte da indirizzi tecnici monotematici o in alternativa a 360 gradi, che lavorano nell’ambito della conoscenza, oltremodo necessaria, ma sufficiente?
Per fortuna che in azienda tutti sono pronti ad accoglierlo, ad aiutarlo quel giovane fortunato, in primis i familiari e se sono i genitori, a loro il compito di dedicargli giusta attenzione e giusto tempo. Gli altri, familiari e non, a loro discrezione ricordandosi di mettere da parte invidie, risentimenti, incompetenze, sono tutti ben graditi. E il nostro giovane fortunato? E’ vero che gli esami non finiscono e non finiranno mai, ma prima bisogna studiare. Ma cosa vuole dire “studiare”, ovvero come fare Impresa per un giovane imprenditore? Io, giovane imprenditore, ho studiato, mi sono anche laureato a pieni voti, ho conseguito un Master, anzi due, anzi 3, e allora come mai tutte queste difficoltà, io che sono fortunato? Mi verrebbe da dire: bella domanda! Ma, visto che l’ho fatta io, più importante è soffermarsi sulla risposta da parte di ognuno di noi che in quel contesto ci si ritrova.
Io credo che non si debba mai finire di apprendere, e se per un giovane che sta realizzando i primi passi nell’azienda sembrerebbe scontato, scontato non debba essere: cosa vuole dire “apprendere”. Riflettere, partendo sul cosa riflettere, ma soprattutto sul come riflettere, ritengo sia la prima cosa. Ma è sufficiente riflettere? No, dopo avere riflettuto bisogna agire. Senza l’agire nulla succede. E poi riflettere sulle esperienze vissute e poi agire ancora e così in un processo tendente all’infinito. Facile no? “Manco pa capa”, direbbe ancora Peppino di Capri. Stiamo parlando di allenamento alla crescita, di utilizzare un metodo per crescere e mi chiedo se debba essere prerogativa solo del nostro giovane, ma restiamo pure su di lui. E’ in azienda, con i suoi studi, magari con i suoi master, magari con tutti pronti ad aiutarlo. Resta solo da dirci se abbiamo gli strumenti per farlo, se abbiamo la voglia di farlo, se abbiamo il tempo di farlo, in una parola se abbiamo l’obiettivo di farlo, corredato da una strada tracciata, utile per portarlo non verso il traguardo delle sue esperienze, ma per accompagnarlo al via. Il suo futuro dipenderà da cosa e in particolare modo dal come affrontiamo l’oggi, per costruire il suo futuro e il nostro!!

POST YOUR COMMENT

Your email address will not be published.